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Il “General Cargo” comprende tutte le merci il cui carico necessita di una unità (alloggiamento) per essere trasportate.
Tali merci sono in genere imballate o comunque contenute (legate tra loro, disposte in determinato ordine); ne fanno parte i cosiddetti colli, pallet, scatoloni, rotoli, tronchi ecc. La movimentazione del carico non può di regola avvenire con pompe o impianti completamente automatizzati, bensì con gru manovrate con supporto di personale di stiva e di banchina.
Ciò che distingue il “Project Cargo” è essenzialmente la destinazione della merce: il luogo di arrivo è il sito di costruzione di un impianto, di un pozzo petrolifero, ecc.
Da questo deriva che il Project Cargo ha necessità di trasporto diverse, con materiali voluminosi e pesanti, compresi componenti di apparati industriali che non possono essere trasportati come singola unità di carico. Oltre alla tipologia di merci è presente anche una componente organizzativa più completa (expediting, pre-shipping, forwarding, material management) e una compliace a standard di qualità più rigida.
I movimenti di merci fra i diversi Stati sono contraddistinti da un sistema di classificazione che prevede l’attribuzione di un codice ad ogni tipo di merce. Il sistema armonizzato (in inglese Harmonized System, HS) è il sistema internazionale standardizzato per la classificazione di ogni tipologia di merce.
Tale sistema è gestito dalla Organizzazione mondiale WCO (World Customs Organization). Tale numerazione viene usata negli scambi commerciali tra le nazioni, sia nelle esportazioni che nelle importazioni, per consentire una chiara e rapida identificazione delle merci movimentate e viene attualmente utilizzato da oltre 200 Paesi del mondo e riguarda oltre il 98% delle merci oggetto di scambi internazionali.
L’intera classificazione è composta da 21 sezioni e 99 capitoli. La nomenclatura combinata comprende migliaia di voci, ad ogni prodotto corrisponde un codice numerico di otto cifre: le prime sei indicano le voci e sottovoci della nomenclatura del Sistema Armonizzato di classificazione e di denominazione delle merci, la settima e ottava cifra identificano le sottovoci della nomenclatura combinata (NC) e a queste si aggiungono due ulteriori cifre che indicano le sottovoci della Tariffa doganale (TARIC) che determinano per le merci in importazione le aliquote dei dazi doganali, in funzione dell’origine delle merci e varie misure di politica commerciale.
Il codice TARIC è un metodo di classificazione ed identificazione delle merci oggetto di scambio internazionale tra gli Stati membri della Comunità Europea, ai fini della determinazione delle tariffe doganali. La corretta codifica delle merci è estremamente importante in quanto influenza l’applicazione dei dazi all’importazione.
Ecco un esempio di codice TARIC:
L’intera classificazione è consultabile nel sito internet dell’agenzia delle dogane dove sono anche contenute le note esplicative, informazioni riguardanti divieti, licenze, l’indicazione delle certificazioni necessarie per l’applicazione delle tariffe preferenziali, il riferimento a norme comunitarie e numerose altre informazioni connesse con l’export e l’import di merci.
Il trasporto delle merci pericolose su strada, rotaie, nave o aereo è soggetto a specifiche normative internazionali che impongono particolari requisiti di operatività
Tali normative impongono che tutti gli operatori coinvolti in una spedizione di merci pericolose debbano soddisfare requisiti obbligatori per la corretta gestione delle attività di scelta dell’imballaggio appropriato, etichettatura, redazione dei documenti di trasporto (DDT, Multimodal Dangerous Goods Form, Shipper Declaration) e controllo del mezzo di trasporto.
Ogni soggetto coinvolto nel trasferimento di merci pericolose (mittente, caricatore, trasportatore, destinatario) ha i suoi precisi doveri. Ad esempio il mittente deve provvedere alla classificazione delle merci, alla scelta degli imballaggi (o dei contenitori o delle cisterne) appropriati in relazione alle caratteristiche di pericolosità delle merci, a fornire al trasportatore i documenti necessari per poter effettuare il trasporto a regola d’arte e in sicurezza.
I codici delle merci pericolose sono formati da 1 a 3 cifre, che indicano il tipo di pericolosità principale in base al tipo di materiale (la seconda quella “secondaria”, la terza cifra che indica un eventuale pericolo terziario). Il codice è completato da altre quattro cifre che ne indicano il codice specifico del materiale, definito come numero ONU, alle quali corrisponde la merce trasportata univocamente in tutto il mondo.
Di seguito la tabella dei pericoli primari:
CIFRA | COME 1° CIFRA | COME 2° E 3° CIFRA |
---|---|---|
0 | Senza specificazione | |
1 | Esplosione | |
2 | Gas | Emanazione di gas |
3 | Liquido infiammabile | Infiammabile |
4 | Solido infiammabile | |
5 | Comburente | Proprietà comburenti |
6 | Tossico | Tossicità |
7 | Radioattivo | |
8 | Corrosivo | Corrosività |
9 | Pericolo di reazione violenta spontanea | Pericolo di reazione violenta risultante dalla decomposizione spontanea o dalla polimerizzazione |
Le etichette sono la rappresentazione grafica della pericolosità del materiale, più facilmente identificabile rispetto ad una serie di cifre. Ad una stessa merce possono essere associate diverse etichette di pericolo.
I prodotti della catena del freddo sono classificati in base alla temperatura di trasporto, esistono infatti:
I prodotti congelati e/o surgelati non possono in alcun modo abbandonare la “catena del freddo”, mentre per quanto attiene gli alimenti refrigerati, gli stessi non possono subire,durante il trasporto, oscillazioni importanti della temperatura ottimale di mantenimento. Le condizioni di temperatura che debbono essere rispettate durante il trasporto sono indicate nella documentazione richiesta per il trasporto sia Terra, Mare, Aereo e Ferroviario.
Il trasporto di tali prodotti avviene quasi esclusivamente con autocarri a refrigerazione meccanica ed impianto frigorifero autonomo rispetto all’autocarro. Tale sistema offre le maggiori garanzie di sicurezza, specialmente per i trasporti internazionali, durante i quali la “catena del freddo” deve essere mantenuta attiva per diverse ore.
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